
Daniel Ciofani a Dazn: «Quando a inizio stagione ci dicevano che giocavamo bene rosicavo: era il peggior complimento che ci potessero fare…»
A pochi giorni dal termine del campionato di Serie A 2022-23, il capitano della Cremonese Daniel Ciofani è stato ospite del podcast di Dazn Croquetas. Nel corso di questa lunga e bella chiacchierata di circa quaranta minuti, il numero nove grigiorosso ha parlato anche del proprio futuro. Un tema molto attuale, considerando che il suo contratto con la Cremo scadrà il 30 giugno: «Non c’è stato ancora modo di vederci, ma con la società sicuramente ci siederemo ad un tavolo. Il calcio è questo, io do la priorità alla Cremonese per quello che ha rappresentato per me, poi vediamo. Sicuramente andrò avanti a giocare. Frosinone? Sarebbe un ritorno al passato che avrebbe poco a che fare con il futuro, hanno iniziato un progetto diverso e lo capisco».
LA STAGIONE – In un’annata difficile per la Cremonese, che non è riuscita a raggiungere la salvezza, Ciofani ha segnato 8 col contro ogni pronostico iniziale: «Fino al 31 di agosto non ero sicuro di rimanere e sapevo che avrei giocato pochi minuti… Avevo tranquillità e certezza nelle mie qualità e alla fine sono stato capocannoniere della Cremo, nell’ultima giornata ho lasciato il rigore a Buonaiuto. Mi è venuto naturale, ne abbiamo parlato anche prima della partita: le occasioni per fare gol in Serie A non piovono dal cielo, quindi ho lasciato tirare lui». Nelle prime giornate si parlava bene dei grigiorossi, che però non riuscivano a vincere: «Io rosicavo tantissimo, ne parlavo con i compagni, il mister e gli stessi dirigenti: ora ci dicono che giochiamo bene, poi diranno che perdiamo perché siamo scarsi. È il complimento peggiore che si possa fare, meglio giocare male e vincere. Il risultato determina il giudizio».
RITIRO E FUTURO – Anche se si augura di farlo il più tardi possibile, prima o poi Ciofani appenderà gli scarpini al chiodo: «Non ho paura di quello che viene dopo, so quello che lascio. Lo spogliatoio, il viaggio, la partita… Alla fine i calciatori vanno in gita continuamente con i compagni, ho fatto la doccia più con Bianchetti che con mia moglie.. (ride, ndr). Mi mancherebbe quello». L’ex Frosinone vorrebbe restare nel mondo del calcio, ma non da allenatore: «Farlo oggi non prevede programmazione, non ci sono toppe ma sostituzioni. Per le cose belle ci vogliono tempo e pazienza, e oggi non c’è e la colpa è anche della stampa e dei social. Se i tifosi dicono che non vogliono un allenatore la società pensa di cambiarlo per evitare un clima brutto. I tifosi social hanno bisogno di un’opinione, a me piacerebbe far vedere le cose da un’altra prospettiva ed educare. C’è bisogno di equilibrio e oggi non c’è. Fare l’allenatore mi innervosirebbe ancora di più, ho le spalle larghe ma non così tanto».
MENTALITÀ – Per Ciofani uno dei segreti è stata la voglia di alzare continuamente l’asticella: «Mi ritengo un giocatore normale che con passione e cervello è riuscito a fare più di quanto gli altri si aspettassero. Sono contento di aver raggiunto le 101 presenze in Serie A. Alla seconda giornata, prima di entrare contro la Roma, ero a quota 69 e ho detto a mio papà: “Vabè dai, se proprio me ne devo andare almeno ho raggiunto la cifra tonda”. Poi ho spostato avanti l’asticella ed è uno dei motivi per cui sono arrivato a questa età». Il fatto che abbia quasi 38 anni ha spesso inciso sulle valutazioni di inizio stagione: «Una cosa che odio di questo calcio sono le etichette e i pregiudizi, ma sono state anche la mia forza. Come per l’età: ma parliamo di calcio o di età? Sono arrivato alla maturità proprio grazie all’età e ho capito che si può incidere anche in cinque minuti e quest’anno è capitato, ma devi farlo con convinzione. Se entri 5′ e fai l’offeso sbagli, non ti porta a nulla. Ho avuto anche io momenti di orgoglio ed è umano, ma il mio atteggiamento positivo mi ha permesso di incidere».
I COMPAGNI – Quando gli viene chiesto chi dei suoi compagni in grigiorosso potrebbe restare in Serie A anche la prossima stagione, Ciofani ha pochi dubbi: «Carnesecchi. È forte, un ragazzo a posto e ha dei valori. Non lo giudico a livello tecnico perché non mi riguarda, ma legge le situazioni, aggredisce la partita. È un portiere che affronta i tiri, non li subisce, è una sensazione che mi ha dato dal primo giorno in cui è arrivato. Sarò influenzato dal bene che gli voglio e dai momenti che ho condiviso con lui. Anche Valeri è un prospetto che potrebbe fare la Serie A, ma posso nominare anche Sernicola e Okereke, che ha delle caratteristiche particolari e negli ultimi due anni ha fatto bene».