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C’era una volta… Pietro Strada, poesia con il pallone tra i piedi
C’era una volta… Pietro Strada, poesia con il pallone tra i piedi

Il ventiduesimo episodio di “C’era una volta…” è dedicato a Pietro Strada, trequartista fantasioso della Cremo di Roselli.

Il talento di Pietro Strada è indiscutibile ed è stato sotto gli occhi di tutti per l’intera carriera del giocatore. Il calciatore bresciano è stato il classico trequartista dal piede fatato che, se posto fra le linee, poteva risultare devastante. Lancio lungo e visione di gioco eccellente, l’ex Parma a Cremona ha preso per mano la squadra di Roselli portandola in Serie B a suon di colpi di genio.

GLI INIZI E LA NAZIONALE SFIORATA – Strada nasce a Brescia l’11 dicembre 1969. Dopo essere cresciuto nelle fila dell’Ospitaletto, il trequartista vaga per diverse mete fino a consacrarsi a Salerno. Con la maglia amaranto disputerà tre stagioni condite da 13 gol. Nel 1996 il giocatore passa a Parma sotto la guida di Ancelotti (già suo allenatore a Reggio Emilia) arrivando così ad esordire in Serie A. Con il passare degli anni Pietro si dimostra un grandissimo trequartista capace di fare cose incredibili con il suo destro. Dopo tante belle prestazioni, per Strada arriva la pre-convocazione in Nazionale da parte di Cesare Maldini in vista dei mondiali di Francia ’98. Qualche giorno prima della gara, però, in un Parma-Borussia Dortmund il ginocchio fa crac: è il 5 novembre 1997 e la carriera di Strada cambia per sempre. Questo infortunio lo condiziona per il resto della sua vita da calciatore pregiudicandone l’affermazione a massimi livelli. Inizia così un lento girovagare (Perugia, Genoa, Cosenza, Sampdoria) fino all’esperienza a Lumezzane culminata con la rissa in finale playoff con il Cesena.

L’ARRIVO A CREMONA – E’ il 2004 e in quell’anno l’avvocato Rispoli decide di mettere le mani sul genio mai esploso del calcio italiano. In estate Strada viene presentato alla stampa cremonese. Tutti sono estasiati e già si sognano un attacco atomico composto da Strada, Prisciandaro e Taddei. E i sogni ben presto diventano realtà: Strada indossa la maglia numero 10 della Cremonese in 29 occasioni della stagione 2004/05 avendo sempre un rendimento altissimo. Il suo cavallo di battaglia sono i calci piazzati e la prima rete con la maglia grigiorossa avviene in una gara particolare. E’ il 26 settembre 2004 e allo Zini si gioca Cremonese-Mantova, derby moderno che è venuto a riproporsi più volte nel corso degli ultimi anni. Al 72′, con il punteggio fermo sullo 0-0, Strada sistema la palla sulla zolla e lascia partire una parabola che lascia di stucco l’incolpevole Bellodi. Palla in rete e il pubblico cremonese esplode di gioia. Al termine della stagione i gol realizzati saranno sei: dopo quello del derby, Strada segnerà a Vittoria e a Pavia (in entrambe le occasioni segna il gol partita sempre su punizione), contro Como, Novara e Pisa. Grazie a lui i ritmi di gioco della Cremonese non sono mai banali e la squadra è una corazzata imbattibile presa per mano dal suo “vecchietto”. A 36 anni Strada torna in Serie B, categoria nella quale però con la maglia della Cremonese non giocherà mai.

L’ADDIO – Dopo la vacanza alle Seichelles regalata da Triboldi alla squadra, Strada esprime il desiderio di tornare a casa per stare vicino alla sua famiglia. Il Brescia si interessa e la dirigenza alla fine lo cede. La Cremonese resta così orfana di un giocatore d’importanza vitale per l’economia di squadra, e la sua avventura sotto l’ombra del Torrazzo si chiude così. Dopo essersi ritirato, Strada esce dal mondo del calcio, lavorando presso un gruppo bancario occupandosi di tutto ciò che riguarda leasing e finanziamenti.

Per il calcio italiano Strada rappresenta un talento mai esploso anche a causa di vari infortuni. Per la Cremonese, invece, rappresenta un talento effimero che ha espresso poesia con il pallone tra i piedi. Un giocatore così dotato tecnicamente allo Zini non si vedeva da anni. Peccato che tutto è durato così poco: con un Pietro Strada in più anche in Serie B, forse oggi saremmo qui a raccontare un’altra storia.

Nicolò Bonazzi

Collaboratore esterno

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