
Ariedo Braida a Mundo Deportivo: «Tanti parlano, io scrivo la mia storia. La Cremonese in A non è un miracolo»
“Ariedo, Ariedo, Ariedo, ancora non ci credo!” cantavano i tifosi della Cremonese il giorno della premiazione per la Serie A appena conquistata. In un anno e mezzo Ariedo Braida, dirigente con un Curriculum vincente ed internazionale ha saputo ribaltare come un calzino i grigiorossi (allora terzultimi in classifica), contribuendo ad una promozione che mancava da 27 anni. L’ex Milan ne ha parlato in una lunga ed interessante intervista al quotidiano spagnolo Mundo Deportivo (clicca QUI per leggere l’originale).
IL RITORNO – «Salire in Serie A dopo 27 anni e diverso tempo passato in Serie B e C è una grande soddisfazione per club, città, tifosi, squadra e proprietà. Non si tratta di un miracolo, così come non lo è il Lecce. La Serie B italiana è molto complicata, ci sono tante società con una grande storia. Il nostro segreto? Un grande gruppo di giocatori, con quattro U21 della nazionale, e un allenatore valido e di primo livello». Il giornalista domanda: «Chi l’avrebbe mai detto un anno e mezzo fa…». «…Quando eravamo ultimi in Serie B – risponde Braida -. È una soddisfazione impressionante».
TIFOSI – Il coro che i tifosi hanno dedicato a Braida gli ha scaldato il cuore: «È una grandissima soddisfazione perché hanno saputo dare valore al mio lavoro, ai miei sogni e alla mia esperienza. Oggi si parla tanto dell’aspetto tecnologico, tecnico e statistico, ma il calcio ha anche una componente emozionale. Bisogna anche essere artisti». Un rispetto che forse a Barcellona non ha trovato, viste alcune sue vecchie dichiarazioni: «Nel calcio può darsi che ti manchino di rispetto. Io ho la mia storia, non parlo, ma scrivo. Tanti parlano, parlano e parlano, ma bisogna parlare meno. I miei risultati sono indiscutibili».
RESTO QUI – Quando gli viene chiesto se resterà a Cremona o cambierà aria, Braida è chiarissimo: «Resto qui perché ho dato la mia parola e devo rispettarla. C’erano interessi da parte di altre società, ma in un momento particolare il Cavaliere mi ha dato sicurezza e voglio proseguire». Le ultime battute riguardano il mercato: «Se ho chiamato il Barcellona per qualche giocatore? Siamo un club piccolo, la Serie A è complicata e non abbiamo molto budget. Abbiamo bisogno di immaginazione e determinazione. Quello attuale è uno dei più compicati, in Inghilterra le squadre ricevono quattro volte i milioni rispetto all’Italia per quanto riguarda i diritti televisivi. Così diventa difficile competere economicamente, perché sono più forti».