
Agazzi alla Gazzetta: «Adesso è impensabile giocare, penso a chi è malato. Abbiamo fatto 28 partite mediocri, capita quando sei troppo carico»
L’emergenza Coronavirus sta colpendo tutta Italia, ma soprattutto la Lombardia. Tra le città più colpite ci sono Bergamo e Cremona, due città che Michael Agazzi conosce bene: bergamasco doc, è all’ombra del Torrazzo da circa un anno e mezzo. Il portiere ex Milan ha parlato dell’emergenza ai microfoni della Gazzetta dello Sport. «È un momento tragico, difficile. Ho perso la zia e ogni giorno sento un amico che ha perso un parente, ci aggrappiamo al luogo comune».
BERGAMO – «Il luogo comune? Il bergamasco lavora, si rrimbocca le maniche e ha un forte senso del dovere. Solo che quando è iniziato tutto nessuno voleva stare a casa, e le aziende non potevano chiudere». Agazzi però non guarda indietro: «Facile dire adesso che doveva diventare zona rossa, come è facile dire che è partito tutto da Atalanta-Valencia, ma non sopporto le polemiche fatte dopo».
CREMONA – A Cremona l’emergenza è arrivata ancora prima: «Abbiamo capito subito la gravità, sentivamo le ambulanze dal centro sportivo. Dopo la partita di Frosinone ho telefonato ad Armenia e non mi ha fatto finire: “So cosa vuoi dirmi, da oggi niente allenamenti”. La Cremonese è stata la prima a fermarsi, e non dimentichiamoci dell’aiuto di Arvedi ai sanitari americani». Il ritorno in campo non è un’opzione per Agazzi: «Amo il calcio, ma adesso è impensabile. Penso a chi non ce la fa, a chi è malato e a chi si sente a pezzi. È uno sport di contatto, ogni partita una società muove 40-50 persone».
INFORTUNIO – Il fallo subito con la Lazio ha tolto a Agazzi la seconda parte di stagione: «Dopo essere stato fuori un mese e mezzo ho fatto la convalescenza a Bergamo e vedevo che facevo fatica a recuperare. Dopo otto giorni di febbre mi sono preoccupato, ma la società mi ha detto che i sintomi del Coronavirus erano altri». Anche i calciatori sono rimasti vittime del virus: «Mio padre pensava che avessimo l’immunità, ma quando uno sportivo è molto stanco le difese immunitarie si abbassano, lo ha detto anche Burioni».
MEZZO DISASTRO – Quando si parla della stagione della Cremo, Agazzi non usa giri di parole: «È stato un mezzo disastro, almeno fino alla vittoria di Frosinone. Siamo rimasti sotto alle aspettative, succede quando sei troppo carico, abbiamo fatto 28 partite mediocri. Bisogna cancellare e ripartire, dobbiamo cambiare passo come l’anno scorso: 10 risultati consecutivi in 11 partite». Il futuro è incerto: «Ne riparliamo a giugno, vivo alla giornata. Io determinante per i risultati insoddisfacenti? Quando le cose vanno male c’è sempre un concorso di colpa».